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LETTERA DI ENZO TORTORA A PINO CARUSO
Partito Radicale – il presidente

 

Pino carissimo,

permettimi, in nome di tutti, di ringraziarti per l’ulteriore faticaccia alla quale ti sei sottoposto. Sei stato, a Roma (e ho avuto finalmente modo di sentirti) di una bravura, di un generosità, di un’estrosità impagabile.
Ora mi dirai che dirti ‘impagabile’ è una scusa tutta radicale per evitare di pagarti…
Non è solo questo (siamo il partito che hai mirabilmente descritto nella tua filastrocca Siciliana, altro piccolo capolavoro) ma è proprio un dono grande e immeritato l’aver trovato un artista come te. Al quale non si può dire che “grazie Pino”, e restargli debitori per sempre.
Un abbraccio sincero, 

tuo Enzo

10 aprile 1986

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DA  SERGIO COFFERATI  E GUGLIELMO EPIFANI A PINO CARUSO

 

 

Sergio Cofferati

 

Guglielmo Epifani

 

   CGIL – CONFEDERAZIONE GENERALE DEL LAVORO

 Pino Caruso Via Fiera di Primiero 4
00135 ROMA

Roma 5 luglio 1994

 Caro Pino Caruso
         
volevamo dirTi che abbiamo avuto modo di apprezzare il contributo importante e generoso da Te dato nel corso di questi anni al Sindacato Attori Italiani e, tramite questo, FILIS E CFGIL.

 Te ne siamo riconoscenti e ci auguriamo, nel rispetto delle decisioni che spettano al Comitato Direttivo del SAI, che sia ancora possibile vederTi - con gli altri compagni che Ti preghiamo di salutare – alla guida del Sindacato nelle battaglie per il pieno riconoscimento della professionalità e dei diritti degli attori.

 Guglielmo Epifani - Sergio Cofferati (firme autografe)

 

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DA NUCCIO MULA A PINO CARUSO
Altan bravo, ma anche Pino Caruso 

Splendida ed esilarante, visti i due “mattatori” da entrambe le parti, l’intervista – ‘Sette’ n. 45 – di Claudio Sabelli Fioretti a Sebastiano Messina, inimitabile lavoratore di fioretto e di sciabola nel grigiore della quotidianità critica italiota. Ma vorrei, con sommesso orgoglio siculo, avanzare una precisazione di ‘paternità’ isolana circa una delle sue affermazioni, e cioè laddove Messina attribuisce al pur grande Altan l’ironia raffinata’ dell’ineguagliabile confessione ‘Mi vengono in mente idee che non condivido’. Ebbene, quella frase di Altan (il cui originale dovrebbe essere, se non ricordo male, ‘Ho dei pensieri che non condivido’) è meno recente del citato ‘remake’ vignettistico, poiché la sua ‘paternità’ è di un’altra mente finissima, quella di un grande vignettista senza fogli né pennarelli: cioè di Pino Caruso, che, credo, l’abbia inserita anche in un suo libro.

Nuccio Mula - Agrigento 9 novembre 2002

 

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DA VITTORIO SINDONI A PINO CARUSO

 Vittorio Sindoni

 

IL TUO CIAMPA RESTERÀ NELLA STORIA DEL TEATRO.

 

Caro Pino
Sono felice per avere ricevuto il tuo “Berretto a sonagli” e dispiaciuto per non averlo visto a teatro.La “mia giovane età” mi ha consentito di vedere le versioni con Paolo Stoppa e Turi Ferro (purtroppo non quella con Randone”), ma il tuo Ciampa è un’altra cosa. Una cosa bella che resterà nella storia del teatro pirandelliano e non solo. Le critiche che hai allegato lo confermano e quindi io non sto dicendo niente di nuovo. Di nuovo dico che sono orgoglioso di averti conosciuto e di aver lavorato con te che, oltre a essere uno straordinario attore autore e scrittore, sei il personaggio più serio e coerente dello spettacolo italiano a cui hai dato tanto ma dal quale hai ricevuto solo in parte quello che meriti.
Un forte abbraccio a te e a Marilisa,

Vittorio

Roma 21 febbraio 2012

 

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 DA FIORETTA MARI A PINO CARUSO

Immagine correlata 

Fioretta Mari

"Il Berretto a Sonagli"
Roma Teatro Ghione

So che il tuo berretto è stato un trionfo.
La cosa non mi meraviglia perché forse sono quella che conosce veramente il grande Pino Caruso.
Con l’enorme affetto e stima di sempre ti stringo forte al cuore.
Un bacio alla mia Marilisa.

Fioretta - marzo 2013

 

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 DA ANNA CAMERA A PINO CARUSO
L'uomo Comune - editore Marsilio

Venerdì sera mi è stato recapitato il Suo graditissimo omaggio che ho provveduto a “divorare”, perché coinvolgente e stilisticamente perfetto; ho seguito il percorso da Lei indicato ed ho capito perché.
I consensi ed i giudizi più che lusinghieri sono largamente giustificati e confesso che ho avuto la netta percezione di personale lacuna che, grazie a Lei, è stata colmata.
Mi ha colpito profondamente il senso di solitudine, di ingannevole apparenza e di triste consapevolezza del cammino umano, con reiterate sensazioni di inversioni di tendenza (nascita come morte e viceversa).
Fortunatamente in rarissime occasioni, al risveglio, ho provato anch’io lo sgomento di vedere con l’occhio interno il vuoto, laddove è la città.
Ogni racconto, seppure con diverse gradazioni, è una magistrale pennellata.
Grazie infinite, con tutta la mia stima. 

Dott.ssa Anna Camera - vice capo di Gabinetto Ministero della cultura

 

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DA ROCCO FAMILIARI A PINO CARUSO

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Rocco Familiari

"Il Berretto a Sonagli"
Roma Teatro Ghione

Caro Maestro,
è stata una vera gioia poterla rivedere e riascoltare l'altra sera, grazie all'invito della cara Alda, in uno dei suoi cavalli di battaglia.
È merce sempre più rara l'intelligenza interpretativa, la sobrietà dei gesti, la sua recitazione è una vera e propria lezione.
E anche il commiato finale agli spettatori che mi ha riportato alla memoria il suo repertorio televisivo un concentrato di humour corrosivo e a tratti surreale.
Mi piacerebbe poterne parlare con lei.
Se potrà venire a questa presentazione, per me sarà una grande gioia, un caro saluto,                      

Rocco - marzo 2013

 

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DA SALVO FICARRA E VALENTINO PICONE A PINO CARUSO

 
 Ficarra e Picone

Ciao Pino,
sono contento che hai letto l'intervista. Sai che sono sempre parole sincere quelle che io e Salvo diciamo nei tuoi confronti. Oggi mi sono fatto un ripasso di alcuni dei tuoi scritti. Ho trovato folgoranti, come sempre, molte delle tue parole. Minchia ma quella del diavolo che è un fesso perché se la prende con Dio. Mi sono accappottato dalle risate. Ho riletto pezzi dell'uomo comune: ci sono spunti per decenni, purtroppo per me hai pubblicato quindi il furto mi risulta difficile. Però qualcuno diceva che se uno ruba a uno è furto, ma se ruba a tanti diventa citazione. Il mio problema, quindi, è trovare almeno altri due contemporanei a cui "rubare" idee, riflessioni e parole. Ma, ahimè, trovo l'impresa ardua: oggi non è facile. Ho anche pensato di pubblicare un libro dal titolo "la persona comune", lo stampo con la data antecedente a quello tuo e dico che sei tu ad avermi rubato le idee, ma temo la prova del carbonio 14 sui fogli. Insomma, mi hai incastrato.
questa la mail di Salvo. [omissis]


Non fidarti di lui, non ha il mio carattere. Lui è un ladro di parole. Ho le prove. Ti dico solo che l'altro giorno mi ha detto: ti piace questa cosa che ho scritto io "Se Dio ha voluto che non avessimo certezza della Sua esistenza, perché contraddirLo?". e poi: "Dio è giusto, la morte non la nega a nessuno". E ancora: "Io non so cosa sia la morte, spero non sia nulla di grave". Quando ha finito mi sono limitato ad annuire e poi, caro Pino, mi sono limitato a dire: "bella, peccato che queste cose non le ho pensate io!!!

un abbraccio

Valentino

p.s.
Ho scritto una cosa bellissima "Se Gesù non è figlio di Dio, ha fatto molto; se lo è, poteva fare di più". Ti piace? Questa ha il tuo stile. Avresti potuto scriverla tu!
Ancora un abbraccio

Valentino

 

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DA DON SERGIO MERCANZIN A PINO CARUSO

 

Caro Pino,
in vacanza come sono, ho riletto con calma e grande divertimento i tuoi aforismi e i racconti, che a suo tempo mi hai mandato via mail.
Ho evidenziando in rosso quelli che più mi hanno sorpreso per memorizzarli meglio e poterli citare. Molti hanno a che fare con Dio, la religione e i preti.
Ottimo pane per i miei denti! 
Ho letto quindi anche il racconto dedicato al Teatro di Siracusa, che è stato uno dei temi del nostro recente conviviale incontro.

Il desiderio di rivederti è grande. Come grande sei tu.
Con stima e affetto,

Don Sergio Mercanzin - 29/08/2013

 

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 DA PINO MICOL A PINO CARUSO

Pino Micol

Caro Pino, anche se non ti aspetti risposta, mi fa piacere ringraziarti per avermi messo a conoscenza della tua arguzia e dei tuoi sulfurei sensi.
Dovrò tornare spesso sui tuoi fulminanti aforismi perché tanti anni di miopia mi impediscono di sostare a lungo sullo schermo del computer, posso usarlo a piccole dosi; io poi, come tanti credo, sono un fan della lettura a letto fino a notte inoltrata, l'ho sempre considerato un compenso alla fatica del vivere e a letto preferisco e preferirò sempre la compagnia confortante e familiare dell'amico libro; per goderti del tutto ti cercherò in libreria.

Già comunque credo di scoprire inaspettatamente in te uno a cui la giacca della vita, pur sorridendo, va terribilmente stretta e, l'aver compagno al duol...
Spero di rivederti presto e ti abbraccio.

Pino

 

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DA EMANUELA MUNI A PINO CARUSO

Emanuela Muni

Maestro carissimo,
un'emergenza dal tempismo inquietante, mi ha costretta, dopo la fine dell'ultima replica a lasciare il teatro tempestivamente senza salutarti e ringraziarti come avrei desiderato.
Purtroppo l'emergenza di quella sera ha avuto come epilogo, il dolore di dover "addormentare" dolcemente e definitivamente il mio cane Alice, che ho amato tantissimo per dodici anni e da cui ho ricevuto infiniti doni.
Vorrei ora invece sugellare un altro anello del nostro incontro, artistico, professionale e umano al termine di questo breve riallestimento de "Il berretto a sonagli". Per me, è comunque stata un'esperienza nuova, visto il cambio di prospettiva del mio personaggio, che mi ha logicamente costretta a guardare ancora più a fondo al tuo grande "Ciampa". Il sofisticato duello dialettico e il sottile equilibrio per pilotare la volontà dei propri personaggi, mi hanno inebriato non poco, nell'entusiasmante confronto con la tua magistrale recitazione.
Vorrei ancora ribadire, e chiaramente, quanto, quanto, mi abbia lusingato l'apprezzamento del mio lavoro da  parte di tua moglie. È una donna diretta e scevra da orpelli. I suoi complimenti sono stati un meraviglioso cazzotto allo stomaco. Cosa posso aggiungere? Un augurio per me? Posso? Di poter recitare, ancora e sempre, con chi, come te, ti guarda, e sotto ogni sguardo e battuta, mi rimanda mille riverberi del suo personaggio, che fanno vibrare anche il mio.
G
razie sempre

Emanuela 24 ottobre2013

 

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 DA MICHELE GUARDÌ A PINO CARUSO

Michele Guardì

Caro pino,
sto rileggendo in totale relax, senza telefonini che squillano e senza altri impegni a seguire se non quello di continuare a leggere il Tuo libro.
Scusami se non l’ho fatto prima. Ma ho la conferma di quello che ho pensato e che colpevolmente non ti ho espresso prima e con chiarezza: SEI PROPRIO UN GRANDE AUTORE.
Ogni aforisma è la sintesi colta e intelligente di riflessioni che qualcuno ha provato ad esprimere con fiumi d’inchiostro, spesso senza riuscirci.
Altri sono l’analisi da studiare di stati sociali o del pensiero.
Credo che Tu non stia pesando esattamente le Tue qualità.
Sei in volo ed hai la leggerezza di non raccontare a Te stesso la bellezza di riuscire a librarsi nell’aria senza sforzo.
Con un abbraccio affettuoso. Buona domenica.
Rai due - La Giara
Michele - 15 giugno 2014

 

 DA MICHELE GUARDÌ A PINO CARUSO

Ho finito di vedere, per la seconda volta, il tuo dvd su Calderone.
È una pièce straordinaria per la Tua bravura strepitosa.
Non ho mai visto un attore reggere un’ora di monologo senza perdere per un solo secondo il personaggio, che è di una naturalezza ed efficacia che di più non si può mai.
Un attore come te in America lo fanno santo.
Te lo dico non per affetto, amicizia e simpatia ma per gratitudine come spettatore.
Un abbraccio affettuoso, poi domani commentiamo anche a voce.
Anzi… Ora un po’ lo rivedo. Acribia da spettatore! Buonanotte.

Michele - 20 aprile 2015

 

 DA MICHELE GUARDÌ A PINO CARUSO

Caro Pino,
faccio prima lo scritto e poi l’orale. Nel senso che ti dirò a voce più tardi quello che per sommi capi voglio dirti per iscritto perché script manent.
Ho ricevuto i tuoi  due libri oggi , ed essendo rientrato nel primo pomeriggio, ho letto quasi tutto velocemente. Non sono libri ds ridere. Sono importanti quanto forse (scusami), Tu stesso non immagini. La QUANTITÀ di QUALITÀ che si trova in ogni parola fa di te un autore che andrebbe studiato a scuola.
Non dico una cosa per dirla. Ne sono convinto. In un solo rigo sintetizzi concetti che spesso non sono espressi nemmeno in  una pagina.
Quando agli inizi degli anni Cinquanta, l’intellighenzia di sinistra cominciò a celebrare come inarrivabili autori (pur di valore), credo si sia trovata tra le mani testi quali i tuoi hanno ALMENO pari autorità. Basta. Se no ti futti la testa e cominci subito a scrivere i prossimi due.
Ti do il tempo di leggere queste mie considerazioni e fra qualche minuto passo all’orale chiamandoti. Abbracci.

Michele - Roma 27 aprile 2017

 

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 DA GIAMPAOLO SCHIAPARELLI A PINO CARUSO

Caro Pino, complimenti, ieri sei stato sublime, la lettura della "Patente" è stata una gemma in una noiosa presentazione di premi letterari... peccato che Pirandello non ti possa ascoltare e vedere.        

 Un abbraccio Giampaolo

 

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DA MARIO DENTONE A PINO CARUSO

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 Mario Dentone

Caro Pino,
da qualche anno non ci sentivamo, da quando una sera mi telefonasti a proposito di una tua intenzione di portare in scena il mio testo su Pirandello "Chi ha vissuto la mia vita?" del quale il comune amico Matteo Collura si fece tramite.

Poi mi dicesti di attraversare un periodo difficile e io rimasi in attesa di tue notizie, e finalmente eccole, e grazie davvero per esserti ricordato di me, inviandomi i due splendidi video di "Calderone" e di "Non si sa come".
Che meraviglia, e anche leggere la rassegna stampa mi ha fatto condividere tutto. Davvero una lezione di teatro e di cultura che sono poi tutt'uno.Ora tutto questo materiale finirà nello scaffale pirandelliano, fra le cose più belle e rare della mia biblioteca, e di quando in quando andrò a rivedermi tutto.

Ti auguro di cuore ogni buon cammino sulle scene, perché tu sei faro e riferimento per la mia generazione, e non voglio che tutto ciò sia nel passato ma sempre nel presente, attuale, come sei tu, come è Pirandello, cose e persone che non hanno tempo e non temono modernità e superficialità.
Grazie, permettimi un abbraccio,

Mario Dentone

 

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DA PINO COLIZZI A PINO CARUSO


Pino Colizzi

Caro Pino.
Critiche entusiaste al tuo “non si sa come”, ma è poco.

Non posso essere io,  l’unico spettatore che attraverso una registrazione, è stato coinvolto  non soltanto in una  lezione di  psicologia,  di vita e di Teatro, eseguita da un attore-capolavoro, con  una premessa magistrale e una conclusione fuori testo, magnifica. 
No, non posso essere l’unico che ha colto la rivelazione di  un testo; una rivelazione  mai fatta prima, da chi  ha trattato infinite volte  questo e altri poderosi pezzi teatrali. 
È stupefacente  assistere alla rappresentazione essenziale dei  significati  nascosti; e questo è un  beneficio che non può venire che da uno studioso dell’animo umano, da un  filosofo, scrittore e uomo di grande sensibilità, e in più Attore, che è un suo vantaggio sleale nei confronti di Feud e di Pirandello che non lo erano. 
Un testo che diventa  Oracolo; e molto singolare, dato che nel medesimo tempo si fa interrogare e interroga sul senso che contiene. 
Qui, Pirandello diabolico, inventa “oltre”, un programma tutto razionele-irrazionale, “oltre” tutto quello che dice, per riuscire a identificare  il mondo reale-immaginario che ha dentro di sé; e ecco che arriva un interprete, altrettanto diabolico, che scopre il percorso inverso, e svela segreti infamanti, quei segreti  che l’autore potrebbe non essere riuscito a chiarire a sé stesso, e ammesso che ci sia riuscito, che non  vuole  confessare.
E’ un assassino che in tutti gli interrogatori è  sicuro di non essersi mai tradito.
E invece questo qualcuno strappa via ” il velo del dire altro”, che copre la vergogna.
Del limone  agrigentino lui sperava che ci accontentassimo dell’acidulo, del piacevole, e invece qui viene scoperto  l’acido, il dolore dei fiori perduti per dar vita ai frutti, e ti resta in bocca perfino l’amaro dei semi. 
Non invidio quelli che sono in scena con te, anche se diretti con generosità sapiente, sono un mondo a parte, un’atmosfera in agitazione opaca, ma forse è questa la giusta scuola, e può darsi che anche loro potranno un giorno trovare l’intensità dei semitoni che commuove,  la contemporaneità del pensiero-comunicazione che arriva, ammesso che  abbiano dentro, quel talento che ancora non sanno esprimere, può darsi che si distacchino dalla disinvoltura televisiva, e che capiscano che il Teatro non è come la vita, che la sua verità va oltre quella della vita.
Altrimenti  il più grande spettacolo sarebbe il telegiornale.
Con ammirazione e anche invidia affettuosa.

Pino Colizzi - 23 giugno 2015

 

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DA BRUNO BENELLI A PINO CARUSO

 

Caro Pino,
ho visto e ascoltato in religioso silenzio (ma la mente parlava e come!), i tuoi due lavori che benignamente mi hai inviato.
Ti ringrazio perché ho potuto bearmi di un attore di razza che è anche autore, ma non so fino a che punto, non potendo stabilire quali siano stati i tuoi interventi sul testo di Pirandello. 
Comunque sia, sei un cesellatore della parola, del gesto, della mimica, tanto lontani dallo stereotipo siciliano. Sei "trattenuto", aborri il birignao, e con questo la recitazione acquista, a mio parere, maggiore profondità e diventa un monumento alla "parola" (... in principio fu il verbo).
A tutto ciò si aggiunga la tua benedetta condanna della mafia attraverso le armi che possiedi: non una rivoltella carica di pallottole ma un arco teso che scaglia veloci frecce come quelle con le quali Ulisse sconfisse i Proci. 
Ti dico soltanto bravo perché la penna non riesce a esprimere le emozioni che mi hai dato.
Grazie.
Un abbraccio.

Bruno (Bruno Benelli presidente dell’Inps - 13/07/2015)

 

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DA ANNA LAGANÀ A PINO CARUSO

Caro Pino,

mi consenta di chiamarla così.
Grazie, grazie per i libri e per il gentile pensiero. 
Il suo libro “appartengo ad una generazione che deve ancora nascere” mi è piaciuto moltissimo. 
Le riflessioni contenute  (l’unico che ho avuto il piacere di leggere, fino ad oggi) esortano a liberare noi stessi da convinzioni che ci limitano enormemente e ci fanno riscoprire  alcune virtù che sono dentro di noi. Queste virtù (anche minime) ci aiutano a ritrovare la gioia di vivere ed anche quella pace interiore indispensabile a preservare la  nostra salute fisica e mentale.
Lo porto con me per rivedere e meditare ancora. 
Attendo l’autunno per un piacevole incontro con Bruno che non finirò mai di ringraziare per avermi offerto l’opportunità di conoscerla personalmente.
Rodolfo combatte la sua malattia con alti e bassi.
Buone vacanze ed un affettuoso abbraccio e grazie ancora.

Anna Laganà

 

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DA GIAMPAOLO SCHIAPARELLI A PINO CARUSO

Caro Pino

grazie per i dvd inviatimi, ti avevo già visto all'Eliseo nel "Berretto a sonagli", tra un pubblico entusiasta, ma non conoscevo "non si sa come", e poche parole per dirti che la tua bravura ormai scontata, in questa commedia che è un trattato di psicanalisi, a buon diritto ti colloca tra i grandi interpreti pirandelliani con il grande Salvo Randone, e sinceramente fa grande impressione la naturalezza e la sobrietà della tua recitazione (ma reciti davvero?), frutto di grande intelligenza, talento e studio.
Meno male che nel tuo mondo io non sono nessuno... altrimenti ti monteresti la testa!
Un caro saluto anche a Marilisa.

Giampaolo

 

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DA BRUNO BENELLI A PINO

 

Caro Pino,

ho terminato la godibile (per la mente) lettura. Gran bel libro che esalta le tue doti di carica ironica, che prende in giro con garbo e affetto (ad esempio, la religiosità beghina), senza ergersi a Catone. Tre sono i pezzi che mi hanno intrigato di più: 1) I delitti di via della Loggia: uno scrigno di bellezza, un saggio di psicologia, un piccolo capolavoro con il quale hai rischiato di entrare nel mondo della perfezione, una dimostrazione di capacità introspettiva dettata dal bambino che fosti e che forse ancora sei; 2) Un mondo di formiche: senza parole, stupendo; 3) Il venditore di racconti che alla capacità narrativa unisce, per me, i ricordi di bambino, quando mia nonna acquistava una volta alla settimana o ogni quindici giorni fascicoli di romanzi di quarta serie, che io sfogliavo senza leggere, perché troppo preso dall'amicizia che avevo stretto con Zorro e Tex Willer e che coltivavo h.24 per paura di perderla.
Come dicono i francesi: bravò. Un abbraccio.

Bruno 02/08/2007

 

Caro Pino,

"L'uomo comune"  mi spinge a formulare questo giudizio: tu non sei un uomo comune. Sei un giocoliere del verbum, distorci il senso delle parole e quindi della realtà (un esempio tra i mille? le foto sulla prima e quarta di copertina) per ottenere effetti ottimi anche dal punto di vista letterario.  Noto che nelle tue opere segui una personale stella polare, quella che rovescia la sequenza temporale e logica dei fatti e del comune sentire per far risultare l'insensatezza della vita, di questa vita. Il libro mi è piaciuto per intero. Ma per seguire il gioco della classifica (puramente personale e senza pretesa critica o estetica) voglio sottolineare quattro racconti. A) Il peccato originale = perfetto. B) Dell'ignoranza = favoloso. C ) Il silenzio = paradiso perduto da un'umanità stordita dal rumore. D) L'albero delle uova = il mondo parallelo creato dal bambino che vive sopra i confini e con la sua realistica fantasia crea una realtà fantastica. Questo racconto conferma la tua estrema attenzione per i cuccioli umani, a riprova - azzardo - di una tua primigenia vita poco felice, che ti porta a storicizzare/rivivere i pensieri e non gli eventi. Complimenti per la tua attività attoriale e autoriale. E grazie dei cortesi e amichevoli omaggi delle tue opere. Un abbraccio. Bruno.

 

DA PINO CARUSO A BRUNO BENELLI

Ma guarda che anche tu non sei tanto comune!
Per entrare così in fondo in quello che scrivo e penso non puoi esserlo.
Credo (non so se per presunzione o modestia) di avere concepito un libro incomprensibile ai più e che chi lo legge, lo fa a suo rischio a pericolo.
Grazie intanto per averlo letto e, soprattutto, commentato; va a finire che interessarti di ciò che scrivo, ti  diventa un lavoro.
Un abbraccio.

Pino

 

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DA DANIELA PERILLO A PINO CARUSO

Pino carissimo,

dirti che sei un artista poliedrico è un eufemismo.
Le tue capacità si evidenziano in tutto ciò che fai: grande attore, abile scrittore e indiscusso poeta e le mie non sono affermazioni tanto per dire.
Le tue poesie mi hanno toccato l’anima e mi sono riconosciuta in quel tuo sentire i giorni e le notti come ritagli di tempo rubati alla morte, su cui ti interroghi sovente.
Sperando che la cosa non ti dispiaccia, per me sei il Jacques Prévert italiano: a volte romantico, a volte ironico, altre melanconico, capace di passare dalla dolcezza di un paesaggio all’inquietudine dell’animo.
Tra i tanti, questi versi mi hanno colpito particolarmente:

“Il cielo stellato
è caduto nel fiume
e adesso è solo
un lume nell'acqua
che come un 'barlume'
i
nsensato sciaborda
e appena risciacqua
si scioglie”

Nel contesto globale delle tue poesia, il mare è il luogo dell’introspezione e il cielo quello deputato alla creatività e alle speranze, sebbene spesso avvolto dal suo mistero.
Qui invece tutto precipita, ma non nel mare dove potresti rincorrere il dolore col pensiero, ma nel fiume, dove, come un sogno che finisce all’alba, si disperde nell’acqua, come se dovesse colpirti diluito, più leggero e meno logorante più avanti, quando il fiume defluirà le sue acque nel mare.
Va da sé che questa è solo una mia percezione di un tuo sentire sofferto e magari anni luce lontana dalla realtà.
Comunque, ogni tua poesia è un capolavoro.
Scusa se mi sono dilungata e ti ringrazio di avermi fatto questo grande dono.
Ad maiora semper! Con TANTA stima.

Daniela

 

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DA SAVINA LENA A PINO CARUSO

Buongiorno Maestro,

Amo molto il teatro, in modo particolare Pirandello, e da quei pochi minuti che sono riuscita a cogliere dai video di YouTube non vorrei perdermi la  sua straordinaria recitazione. 
Sono curiosissima di vedere e ascoltare il monologo “Mi chiamo Antonino Calderone”; ho notato che in rete c’è una sua intervista con Pino Strabioli che mi riservo di vedere oggi.
Sarà una magia vederla recitare, anche se spero di poterLa applaudire prossimamente a teatro dove la magia è maggiore e unica.
Ho visitato il suo nuovo sito e La ritrovo poeta, quanta emozione riesce a trasmettermi con la poesia Mozart gioca con la musica.
Come riesce a evocare la città, la notte, creare stati d’animo, far sentire le note di una musica per sempre.
C
ome è grande la sua magia di poeta. Con grande stima,

Savina  - 09/09/2015

 

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DA ROSALBA SIRAGUSA A PINO CARUSO

Abbiamo dimenticato Pino Caruso?

M'imbatto per caso sul sito di Pino Caruso e leggo quanto segue: 
 
"Carissimo, nel momento in cui si conclude il Tuo impegno di Direttore Artistico di Palermo di Scena (Festino compreso) sento il dovere di esprimerTi tutta la gratitudine per il lavoro che hai svolto, per l’affetto, l’entusiasmo e la competenza che hai voluto dedicare alla nostra città.
Gli anni di Palermo di Scena sono stati fondamentali nel segnare un grande cambiamento: Palermo era triste e ora è gioiosa; Palermo d’estate era una città vuota e noiosa, e oggi è piena di vita; di Palermo si parlava solo in occasioni di stragi mafiose e fatti di criminalità, di Palermo oggi si parla come una delle città all’avanguardia per offerta culturale (in termini di qualità e quantità).
Di questo cammino di cambiamento, di questo progressivo riappropriarsi della città, di questa rinascita dell’orgoglio di essere cittadini, di questa consapevolezza delle ricchezze della nostra città, Palermo di Scena è stato un tassello molto importante, insieme al recupero degli spazi che sono stati restituiti alla città, insieme alla bellissima esperienza della scuola palermitana che ha adottato i monumenti.
E così la scuola e la cultura, i bambini e i giovani, le migliaia di cittadini che hanno adottato i monumenti o che hanno vissuto con te e con tutti noi l’esperienza di Palermo di Scena sono diventati protagonisti in prima persona di un percorso comune che è oggi patrimonio acquisito della città.
Per tutto questo io sento di doverTi un grazie di cuore, a nome di tutti quei cittadini che ti hanno in questi bellissimi anni manifestato il loro affetto e la loro gratitudine.
Lo faccio nella certezza di saperTi sempre vicino a noi, a condividere le ansie e le speranze, gli entusiasmi e la preoccupazione per la nostra straordinaria e bellissima città.
Con amicizia, con gratitudine, con affetto"
 
Leoluca Orlando
 
Allora mi chiedo, perché noi siciliani tutti, ancorché noi palermitani specialmente, abbiamo dimenticato un grande del teatro e della cultura come Pino Caruso? 
In un'altra regione sarebbe stato quantomeno il direttore artistico di uno dei maggiori Teatri... Sindaco, lei sa dirmi qualcosa?
Inviato da iPhone
 
Margot Siragusa
 

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 UNO SCRITTO DA MONTECARLO

Gentile signor Caruso, sono un suo fedele, affezionato lettore. Mi piace tanto quello che lei scrive e come lo scrive. Spero di avere la fortuna di leggere tutti i libri che usciranno in futuro.
Stamattina ho girato un po' sul suo blog e mi è venuta voglia di farLe sapere che c'è qualcuno che pensa a Lei con riconoscenza e ammirazione. Spero che queste poche righe Le trasferiscano il mio buon umore e l'augurio di cominciare bene una settimana tutta felice.
Grazie e cordiali saluti.

Gianni Longo - 25 gennaio 2016 Montecarlo

 

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 DA PIER LUIGI AMIETTA A PINO CARUSO

Caro Caruso,

Le scrivo per la seconda volta dopo molti anni (chissà se lo rammenta: la prima fu, con entusiasmo, dopo l’uscita del Suo geniale “L’uomo comune”, avendone da Lei un cordiale riscontro).

Oggi l’occasione è analoga.
Dopo aver letto della pubblicazione di suoi due nuovi libri, sono corso in libreria: ho acquistato e letto il primo, quello sul “senso dell’umorismo” (l’altro me lo stanno procurando, con qualche difficoltà).

Nel Suo libro ho trovato tali e tante “affinità elettive” con i miei studi e con le mie letture (molte delle quali credo di entrambi), che non posso fare a meno di metterle in comune con Lei.

Comincio dai miei studi di vita mentale. Di me e della mia attività, se vuole, può sapere qualcosa di più dal mio sito htpp://www.pierluigiamietta.it  

Ho lavorato per anni con Silvio Ceccato e mi occupo da mezzo secolo di scienze cognitive; in particolare, tra queste ultime, dei meccanismi del Comico-Umoristico come atteggiamento mentale: è uscito da un paio d’anni un mio saggio (“Che c’è da ridere? – anatomia del risibile”, F. Angeli, Milano, 2015 ), con prefazione di Donata Francescato, autrice per Mondadori di “Ridere è una cosa seria”. E’ un tomo incomparabilmente più noioso del Suo agile libro, ma è anche il risultato di quattro anni di lavoro col quale credo di aver dato un contributo non del tutto banale sia alla teoria generale dell’Umorismo sia  a quella degli atteggiamenti. Nel Suo libro (pag. 60, ma soprattutto pp. 83-84) trovo felici intuizioni dei tre fattori costitutivo del mio modello (Valore – Distanza – Tempo; non entro qui nel merito, ci mancherebbe altro, ma se mi vorrà comunicare un Suo recapito sarà mio piacere farle inviare il libro in omaggio. Trovo inoltre spunti concettuali (aforismi 35, 36,44,51, 83, 240 e pag. 95 sulla natura del tempo) straordinariamente coincidenti con le acquisizioni della Terza Cibernetica (alias Linguistica operativa o Logonica) sulla vita mentale.

E vengo alle letture. Trovo tutta la parte intitolata Realtà romanzesca coincidente, per stile ed approccio, con alcuni libri di Giovanni Papini (“Gog”, “Il Libro nero” e “Storie fantastiche”) in ed. varie Vallecchi o ibid. in Opera Omnia, Meridiani Mondadori. Gli aforismi 123 e 124 e le domande che Lei si pone in Angeli Custodi, alle pp. 102-103, coincidono in modo sbalorditivo con quelle che Papini fa porre su Dio al personaggio di Stirner in “Giudizio Universale”, ed. c.s.); la citazione sulla Natura, dal Suo aforisma 134 a p.12 è in precisa sintesi quanto sostiene Dino Buzzati nel suo racconto “I reziarii” (cfr. D. Buzzati, “I reziarii”, in Sessanta racconti, Mondadori, 1958, p. 128 e ss.).

Per concludere, oltre che condividerlo, considero esemplare il titolo (“Il senso dell’umorismo è l’espressione più alta della serietà”) per due ottimi motivi: il primo è, argomentando “e contrariis”, che la seriosità è l’espressione più alta della stupidità: il secondo, poiché  da tutto il contesto mi pare Lei consideri la vita ne suo complesso una cosa poco seria, l’unico modo di prenderla sul serio è riderci sopra.
Grazie per tutto il Suo lavoro, con i miei migliori e più cordiali saluti.

Pier Luigi Amietta06/06/2017

 

DA PINO CARUSO A PIER LUIGI AMIETTA

Grazie dell'attenzione e dell'interesse che mi dedica; ma mi fa venire un dubbio: che io abbia detto e scritto, sia pure inconsapevolmente, pensieri detti e scritti da altri.

Pino - 06/06/2017

 

DA PIER LUIGI AMIETTA A PINO CARUSO

No, la risposta al suo dubbio l’ha data indirettamente Lei stesso: come “I libri ci fanno contemporanei di tutte le epoche”, così il pensiero (che non conosce né barriere né diritti d’autore)  ci fa spesso fratelli se non addirittura gemelli dei pensieri altrui. Lei non ha detto o scritto pensieri detti e scritti da altri, ma – a volte – il nostro pensiero si congiunge, esprimendolo con parole diverse, a pensieri di altri, anche grandissimi, che non abbiamo conosciuto e magari nemmeno letto. Il che, credo, mostra soltanto che in eguale rapporto con la realtà (uomo, natura, vita o qualsiasi altra cosa), scattano a volte scintille uguali, per forza e splendore.

 

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DA LETIZIA CONCUTELLI

Pino Caruso, sei una persona meravigliosa!
I tuoi libri mi hanno dato una carica positiva che non puoi nemmeno immaginare!
Sei un Grande e, in questo caso, Grande non è abusato! Sarei ancora più appagata se i tuoi libri avessero non solo l'autografo ma anche la dedica.
Semper ad maiora!

Letizia Concutelli  (12/07/2017)